La sentenza 15580 del 14 luglio 2011 della Cassazione…
La sentenza 15580 del 14 luglio 2011 della Cassazione ha respinto il ricorso di una pizzeria avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale (Lazio), confermativa di quella provinciale, che aveva dichiarato la correttezza di un accertamento fiscale con metodo induttivo, basato sulle quantità di consumo di farina. L’accertamento, scaturito dopo una ispezione della Guardia di Finanza, contestava al ristoratore un uso di farina per circa il 30 % in più rispetto a quanto risultante dai coperti dichiarati.
Già la Cassazione n. 8643 del 6 aprile 2007 aveva confermato un orientamento oramai piuttosto consolidato secondo il quale è legittimo l’analogo metodo induttivo utilizzato dall’Agenzia delle Entrate basato sul numero dei tovaglioli portati in lavanderia, quale indicativo del numero di coperti serviti e quindi degli incassi realizzati dal ristorante (cd. tovagliometro).
Ancor più antica è poi la giurisprudenza che afferma la legittimità dell’accertamento induttivo anche in presenza di scritture contabili regolari: in tal senso Cass. 17 ottobre 1995 n. 10823.
Diventa così sempre più difficile nascondere gli incassi che razionalmente sono ricavabili sulla base delle materie prime che l’imprenditore stesso dichiara d’aver utilizzato nelle proprie scritture contabili (il caffé per i bar, la farina per le pizzerie, ecc.): in parole povere, il contribuente evasore che fa incassi in nero, è facilmente scoperto se anche gli acquisti corrispondenti non sono pure essi in nero.
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